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Comunicazione non violenta (CNV): l’ingrediente segreto per educatori e genitori

Comunicazione non violenta (CNV): l’ingrediente segreto per educatori e genitori

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  • Edunauta.it

  • Pubblicato il : 29/07/2024 - Aggiornato il : 16/04/2025
  • apprendimento significativo, soft skills, competenze educative, relazione docenti studenti,

Nel cuore di ogni genitore batte il desiderio di offrire il meglio ai propri figli, di trasmettere un "tutto" che sia ricco non solo di beni, ma soprattutto di significato.

In questo cammino condiviso alla scoperta dell'essere genitori e educatori, ogni passo diventa un’occasione per portare la nostra presenza, la nostra guida e il nostro amore, che rappresentano la vera essenza di ciò che possiamo dare.

Uno degli ingredienti fondamentali perché nascano opportunità di educare in un ambiente di fiducia e sicurezza è la comunicazione non violenta o CNV.

La comunicazione non violenta, quel linguaggio che invita alla connessione autentica, che celebra ogni parola e gesto come un mezzo per costruire relazioni profonde e positive, può trasformare la relazione educativa in un ponte tra cuori e menti.

Ma, precisamente, cosa si intende per CNV? Qual è l'obiettivo principale della comunicazione non violenta? Chi ha teorizzato la comunicazione non violenta?

Iniziamo questo viaggio con un impegno: quello di provare a rispondere a queste domande e, soprattutto, quello di esplorare come, attraverso la CNV e pratiche quotidiane di presenza attiva, possiamo arricchire gli stili educativi e offrire ai nostri bambini il dono di un'educazione impreziosita dal rispetto, dalla compassione e dalla comprensione reciproca, affinché ogni bambino possa fiorire nella piena consapevolezza del proprio valore.

 

Cos'è la comunicazione non violenta

La comunicazione non violenta (CNV) è un approccio alla comunicazione che si basa sull’idea che comunicare con empatia e rispetto, esprimendo se stessi in modo chiaro, promuova una connessione autentica con gli altri, riducendo conflitti e fraintendimenti.

L'obiettivo della CNV è andare oltre giudizi e critiche, favorendo un dialogo in cui ciascuno possa esprimere i propri bisogni senza aggredire o accusare l’altro.

La comunicazione empatica non violenta invita a comunicare con sincerità, ma anche ad ascoltare l’altro cercando di cogliere i suoi bisogni e sentimenti senza reagire in modo difensivo.

È stato lo psicologo statunitense Marshall Rosenberg a teorizzare la comunicazione non violenta. Rosenberg sviluppò questo approccio negli anni '60, ispirandosi ai principi della nonviolenza di Gandhi e Martin Luther King, con l'obiettivo di promuovere una comunicazione empatica ed efficace.

La sua visione si basava sull'idea che i conflitti nascono spesso da una comunicazione disconnessa dai bisogni profondi delle persone. La CNV aiuta a esprimere onestamente le proprie emozioni e richieste, favorendo al tempo stesso l'ascolto attivo e la comprensione reciproca.

Il suo libro più famoso, Le parole sono finestre (oppure muri), è considerato un testo fondamentale per chi vuole imparare ad applicare la CNV nella vita quotidiana.

Quali sono i quattro componenti chiave della comunicazione non violenta

Rosenberg, nella sua teoria della comunicazione non violenta, sviluppa quattro componenti chiave che ne costituiscono il cuore. Vediamo quali sono con alcuni esempi:

● osservazione: descrivere i fatti in modo oggettivo, senza giudizi o valutazioni. Cosa vedo, odo sento? Esempio: "Ieri hai parlato mentre stavo spiegando la lezione."

●  sentimenti: esprimere come ci sentiamo in relazione a ciò che osserviamo. Come mi sento in relazione a quello che osservo? Esempio: "Mi sono sentito frustrato."

●  bisogni: identificare i bisogni che stanno alla base dei nostri sentimenti. Quale bisogno soddisfatto o insoddisfatto c’è dietro al mio sentimento? Esempio: "Perché ho bisogno di sentirmi ascoltato quando parlo."

●  richieste: formulare richieste concrete, positive e realizzabili per soddisfare i nostri bisogni. Cosa vorrei da me o dalle altre persone per rendere la situazione migliore? Esempio: "Potresti, per favore, aspettare che finisca di parlare prima di intervenire?"

Ai 4 passaggi della comunicazione non violenta si aggiungono i concetti di linguaggio giraffa e linguaggio sciacallo. Si tratta di metafore pedagogiche secondo cui:

● la giraffa simboleggia la comunicazione empatica e consapevole, centrata sui bisogni e le emozioni;

● lo sciacallo rappresenta la comunicazione giudicante, accusatoria o manipolativa, che spesso genera conflitto.

Queste quattro fasi e i linguaggi sciacallo e giraffa, possono essere messe in pratica attraverso giochi ed esercizi di comunicazione non violenta, come Sciacallo vs giraffa, per riconoscere e trasformare il linguaggio giudicante in comunicazione empatica, oppure il Diario della CNV che invita a riflettere su esperienze personali per consolidare le 4 fasi della CNV.

Comunicazione non violenta: orientarsi tra bisogni, sentimenti e didattica

Il cuore dell'educazione pulsa attraverso la relazione: i nostri "sì" e "no" devono essere detti con convinzione e amore, creando un ambiente in cui ogni bambino si senta valorizzato, capace e sicuro.

È un equilibrio delicato tra dolcezza e determinazione, come un alchimista che mescola ingredienti preziosi per creare un legame solido e rispettoso.

Ma cosa succede quando uno di questi ingredienti manca o sovrasta l'altro? Se trascuriamo l'affetto, l'apprendimento diventa un obbligo pesante, privo di gioia, e i piccoli imparano per timore, non per passione.

Al contrario, un eccesso di permissività può creare confusione, insegnando involontariamente che le emozioni negative o le richieste irragionevoli sono strade per ottenere ciò che si desidera.

La comunicazione non violenta, dunque, emerge come una bussola preziosa in questo percorso, invitandoci a esprimere i nostri bisogni e sentimenti in modo chiaro e rispettoso, ascoltando con la stessa attenzione quelli dei bambini, e può essere considerata a pieno titolo tra le metodologie per sviluppare l’intelligenza emotiva a scuola.

Adottare la CNV significa immergersi in un linguaggio del cuore, in cui ogni parola e gesto sono intesi a costruire ponti, non barriere. Ciò implica imparare a esprimere ciò che osserviamo, sentiamo e desideriamo, senza giudizi o critiche, ma con l'intento di connetterci genuinamente con l'altro in un dialogo aperto.

Come praticare la comunicazione non violenta? I tre segreti della CNV

In un contesto educativo, la CNV può trasformare i conflitti in opportunità di apprendimento attraverso la pratica quotidiana. Quando un bambino si comporta in modo sfidante, anziché ricorrere a rimproveri, possiamo esprimere le nostre osservazioni, sentimenti, bisogni e richieste con empatia. “Osservare senza valutare è la forma più alta di intelligenza umana” (Krishnamurti cit. da Rosenberg p.50)

Ad esempio, invece di dire "Fermo! Ti sembra questo il modo di comportarti?", possiamo esprimere vicinanza e risolutezza con una frase come "Sento preoccupazione quando vedo che il gioco si fa brusco perché ho bisogno che tutti stiano al sicuro. Puoi aiutarmi a trovare un modo per giocare che sia sicuro per tutti?". Il primo segreto della CNV è quello di parlare in prima persona “io”, anziché “tu”.

La CNV ci insegna anche l'importanza dell'ascolto empatico, cioè ascoltare con il cuore. Ciò significa essere presenti con i bambini, cercando di comprendere il mondo visto attraverso i loro occhi, riconoscendo i loro sentimenti e bisogni.

Il secondo segreto della CNV con i propri figli/alunni è riconoscere che in alcune situazioni - come ad esempio quelle di conflitto o rabbia - il loro cervello non è sviluppato quanto il nostro e è nostra responsabilità capire cosa ci stanno dicendo veramente e fare da modello nella gestione delle emozioni.

Questo ascolto attento crea un ambiente in cui i bambini si sentono visti e capiti, promuovendo una relazione di fiducia e sicurezza reciproca. Chiedere “come ti senti?”, oppure “di cosa hai bisogno?”, aiuta il bambino a crescere riconoscendo in se stesso emozioni e necessità.

È importante poi ricordare che l'educazione attraverso la CNV inizia con noi stessi, gli adulti. Infatti, il terzo segreto della CNV è quello di saperci dare auto-empatia quando commettiamo degli errori, non siamo perfetti, e riconoscerlo con benevolenza aiuta anche loro. Modellando questa forma di comunicazione, mostriamo ai bambini come gestire i propri errori, esprimere i propri bisogni e ascoltare gli altri con rispetto e empatia.

È un invito a vivere le nostre relazioni come laboratori di crescita e comprensione condivisa. Quindi le domande “come ti senti?” e “di cosa hai bisogno?”, vanno poste innanzitutto a sé stessi.

Infine, la CNV ci aiuta a stabilire un equilibrio tra amorevolezza e fermezza, favorendo il rispetto reciproco. Riconoscendo e rispettando i bisogni e i sentimenti di tutti, possiamo guidare i bambini verso comportamenti responsabili e rispettosi, senza ricorrere a punizioni o ricatti emotivi.

 

CNV: una bussola per gli educatori e le famiglie

Incorporando la comunicazione non violenta nel nostro approccio educativo, non solo rispettiamo l'integrità e il valore di ciascun bambino, ma li equipaggiamo anche con competenze essenziali per la vita.

Sviluppare la capacità di comunicare in modo efficace e compassionevole è un dono che li accompagnerà sempre, favorendo relazioni sane e costruttive.

Diventare educatori competenti significa praticare l'arte di essere presenti, attenti e risoluti, onorando il processo educativo con coerenza, rispetto e dedizione. È un impegno a rinunciare all'uso del dolore come strumento didattico, perseguendo i nostri obiettivi con gentilezza e integrità.

Nelle parole di un grande pensatore e pedagogista, Andrè Rochais, "La dolcezza senza fermezza è debolezza ma la fermezza senza dolcezza è durezza" è catturata l'essenza di ciò che significa educare con amore e rispetto, guidando i bambini verso un futuro luminoso, in cui riconoscono il valore della conoscenza e dell'autostima.

Riflettiamo insieme, cresciamo insieme, trasformiamo insieme l'educazione per illuminare il cammino delle nuove generazioni. Perché ogni adulto, in ogni gesto, può contribuire a costruire un mondo educativo più ricco, inclusivo e appassionato.

I podcast di Eduway ed Efys ci ispirano, guidandoci nella direzione corretta: l'educazione richiede un accompagnatore esperto, un mentore che ci aiuti a trovare l'armonia tra amore e guida.

È un invito a camminare insieme, affiancando i giovani con rispetto, sostenendo la loro indipendenza e celebrando la loro crescita.

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