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Qualità e finalità nella scuola dell’infanzia: come riconoscerle e valutarle

Qualità e finalità nella scuola dell’infanzia: come riconoscerle e valutarle

Categorie

Scuola

Famiglia

Argomenti

Approcci educativi

Relazione educativa

  • Edunauta.it

  • Pubblicato il : 10/03/2025 - Aggiornato il : 14/04/2025
  • competenze educative, apprendimento significativo,

Comprendere quali siano le finalità della scuola dell'infanzia e come valutarne la qualità è essenziale. La scuola dell’infanzia rappresenta il primo contesto educativo che i bambini incontrano nel loro percorso di crescita.

Nonostante non abbia caratteristiche tipiche dell'istruzione primaria, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo affettivo, sociale, cognitivo e motorio dei più piccoli. Vediamo dunque quali sono le 4 finalità della scuola dell'infanzia.

 

Finalità della scuola dell’infanzia

Secondo le Indicazioni Nazionali del 2012, le 4 finalità della scuola dell'infanzia sono:

1) sviluppare l'identità: aiutando i bambini a percepire se stessi in modo consapevole, riconoscendosi come individui unici e sviluppando sicurezza e autonomia nei diversi contesti sociali;

2) promuovere l'autonomia: favorendo la capacità di prendere decisioni, affrontare problemi e assumersi responsabilità;

3) stimolare le competenze: attraverso attività ludiche, motorie, linguistiche e cognitive che incoraggiano l'apprendimento e la creatività;

4) educare alla cittadinanza: insegnando ai bambini il valore delle regole, della cooperazione e del rispetto reciproco all'interno della comunità scolastica, per esempio anche grazie all’esercizio dell’intelligenza emotiva a scuola. 

Le competenze chiave europee per la scuola dell’infanzia

Nel 2018, le Indicazioni nazionali sono state rivisitate includendo “nuovi scenari”  caratterizzati da rapidi sviluppi tecnologici, cambiamenti economici, culturali e sociali, oltre a persistenti crisi economiche ed emergenze globali. In questo contesto, il ruolo dell’educazione alla cittadinanza attiva e alla sostenibilità assume un’importanza cruciale, in linea con le sollecitazioni provenienti da autorevoli istituzioni sovranazionali come l'ONU, l'UE e il Consiglio d'Europa. È stato così sviluppato un quadro di competenze trasversali a scuola basato sulla Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente, secondo cui le 8 competenze chiave europee “sono considerate tutte di pari importanza; ognuna di esse contribuisce a una vita fruttuosa nella società. Le competenze possono essere applicate in molti contesti differenti e in combinazioni diverse.”

Per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, il documento sottolinea che essa è parte integrante del percorso formativo unitario e che tra le sue finalità fondamentali, oltre a "identità", "autonomia" e "competenze", viene indicata anche la "cittadinanza".

Vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro, attribuire importanza agli altri e ai loro bisogni, comprendere la necessità di regole condivise e iniziare a praticare il dialogo basato sull'ascolto reciproco e sul rispetto delle diversità. In questo grado di scuola si pongono le fondamenta di un comportamento eticamente orientato e rispettoso degli altri e dell’ambiente.

Le Indicazioni Nazionali nel loro complesso mirano a sviluppare negli studenti gli strumenti culturali e le abilità necessarie per l’esercizio della cittadinanza attiva, quali il pensiero critico, capacità di risoluzione dei problemi, collaborazione, comunicazione efficace, creatività, consapevolezza interculturale, responsabilità e autonomia rappresentano dimensioni trasversali che sottendono a tutte le competenze chiave, e che la scuola dell’infanzia è chiamata a coltivare già nei primi anni.

Questa visione olistica implica che ogni attività proposta, che sia motoria, narrativa, espressiva, scientifica o relazionale, diventa occasione per costruire conoscenze e valori, competenze e consapevolezze.

In questo contesto, ecco quali sono le competenze trasversali per la scuola dell'infanzia che si dovrebbero intrecciare nei percorsi di crescita dei bambini come trame di un’unica tela educativa:

● competenza alfabetica funzionale: sviluppata attraverso la padronanza del linguaggio verbale, essenziale per esprimere sé stessi e relazionarsi;

● competenza multilinguistica: che valorizza la pluralità linguistica come risorsa per la comunicazione e l’inclusione;

●competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria: promossa attraverso il gioco, l’osservazione e l’esplorazione del mondo naturale;

● competenza digitale: intesa come consapevolezza critica nell’uso delle tecnologie, anche nei primi approcci ludico-educativi;

● competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare: legata all’autonomia, alla fiducia in sé e alla capacità di costruire il proprio sapere;

● competenza in materia di cittadinanza: che nasce dalla pratica quotidiana del rispetto, delle regole condivise e dell’etica del prendersi cura;

●competenza imprenditoriale: favorita da contesti che stimolano iniziativa, progettualità, creatività e assunzione di responsabilità;

●competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali: coltivata attraverso l’incontro con linguaggi artistici, simbolici e corporei, fondamentali per esprimere sé stessi e costruire un’identità aperta al mondo.

 

Come la scuola dell'infanzia raggiunge questi obiettivi

Per realizzare queste finalità, raggiungere gli obiettivi educativi e sviluppare le competenze richieste nella scuola infanzia secondo le indicazioni nazionali, la scuola dell'infanzia si avvale di metodologie educative specifiche:

- ambiente educativo stimolante: gli spazi e i materiali didattici sono organizzati in modo da favorire l'esplorazione e l'apprendimento attraverso il gioco;

- didattica attiva: le esperienze di apprendimento sono basate su attività ludiche, laboratori creativi, interazioni sociali e sperimentazione diretta;

- routine strutturate: momenti fissi della giornata come l'accoglienza, il pranzo e il riordino, aiutano i bambini a orientarsi nel tempo e a sviluppare competenze organizzative;

- ruolo degli educatori: gli insegnanti sono facilitatori del processo di apprendimento, osservano i progressi e accompagnano ogni bambino nel proprio percorso di crescita;

- coinvolgimento delle famiglie: il rapporto scuola famiglia è fondamentale per garantire una continuità educativa e rafforzare le esperienze di apprendimento.

Questi criteri metodologici, saranno poi utili alla valutazione finale nella scuola dell’infanzia che gli insegnanti sono chiamati a fare attraverso il bilancio educativo PEI finale.

La scuola dell’infanzia: un ambiente educativo fondamentale

La scuola dell'infanzia non è solo un luogo di custodia, ma una vera e propria palestra di vita in cui il bambino acquisisce le prime competenze sociali, cognitive ed emotive.

Un ambiente educativo di qualità contribuisce a sviluppare nei bambini sicurezza in se stessi, curiosità e capacità relazionali. In questo senso, la scuola dell'infanzia non è solo preparazione alla scuola primaria, ma un'esperienza di crescita a tutti gli effetti.

Una scuola dell’infanzia che non presta attenzione alla qualità del contesto educativo rischia di compromettere lo sviluppo globale del bambino. Anche i giganti della pedagogia suggeriscono di prestare attenzione all'età dell'infanzia: ad esempio, Jean Piaget sottolineava che l’apprendimento nei primi anni di vita si costruisce attraverso l’esperienza e l’interazione con l’ambiente, mentre Lev Vygotskij metteva in evidenza il ruolo della relazione sociale nel processo di sviluppo cognitivo.

Se questi elementi vengono trascurati, i bambini possono avere difficoltà nel costruire una base solida per il loro apprendimento futuro.

Come suggeriva la stessa Maria Montessori, un ambiente ben organizzato, con materiali adeguati e adulti capaci di stimolare l’autonomia del bambino, è essenziale per un apprendimento efficace e spontaneo. Mentre Loris Malaguzzi, con il
metodo Reggio Children, aggiungeva l’importanza dell’espressione creativa e della centralità della relazione educativa.

Senza queste basi, il bambino può trovarsi privo di stimoli adeguati, rischiando di sviluppare una minore fiducia in se stesso e una minore capacità di interazione con gli altri.Per un genitore, quindi, diventa essenziale osservare con attenzione la scuola dell’infanzia scelta per il proprio figlio. Una scuola di qualità si riconosce non solo dagli spazi e dai materiali a disposizione, ma soprattutto dall'attenzione che gli educatori dedicano ai bambini, dalla capacità di favorire la loro autonomia, dalla ricchezza delle esperienze offerte e dalla collaborazione attiva con le famiglie.


Il nostro podcast Scuole che cambiano racconta esperienze di progetti educativi innovativi come quelli di Happy Child e Busy Bees, due realtà che hanno saputo reinterpretare l’educazione dell’infanzia mettendo al centro il benessere e lo sviluppo integrale del bambino.

Ascoltare storie di buone pratiche, può aiutare i genitori a comprendere cosa rende una scuola dell’infanzia davvero efficace e come riconoscere i segnali di qualità in un ambiente educativo. Alcuni strumenti pratici per i genitori:

●  osservare se l’ambiente è stimolante, ordinato e ricco di materiali adeguati all’età;

● chiedere informazioni sulle metodologie adottate, come ad esempio se viene valorizzato il gioco come strumento di apprendimento;

● parlare con gli educatori per capire se il bambino viene osservato e seguito con attenzione individualizzata;

● verificare il coinvolgimento della famiglia nella vita scolastica;

● chiedersi: “Mio figlio è accolto, ascoltato, stimolato e accompagnato nella sua crescita in questa scuola?”.

Criteri per valutare la qualità della scuola dell'infanzia

In questo articolo abbiamo evidenziato qual è lo scopo della scuola dell'infanzia, sottolineiamo ora i criteri qualitativi affinché una scuola dell'infanzia possa definirsi efficace:

● rapporto numerico educatore-bambini: un numero adeguato di educatori per bambino permette un'attenzione individuale maggiore;

●qualità degli spazi e dei materiali: ambienti sicuri, stimolanti e ben attrezzati favoriscono l'apprendimento e il benessere;

●professionalità del personale: educatori qualificati e costantemente formati assicurano un approccio pedagogico aggiornato;

● chiarezza del progetto educativo: un curriculum strutturato, con obiettivi e attività ben definite, garantisce un percorso di apprendimento efficace;

●partecipazione delle famiglie: il dialogo tra genitori e scuola è essenziale per condividere obiettivi educativi e creare una comunità educativa coesa.

Per riconoscere i segnali di criticità, invece, esistono alcuni indicatori che possono segnalare una bassa qualità educativa nella scuola dell'infanzia:

●  mancanza di programmazione: assenza di un piano educativo chiaro e strutturato;

● scarso coinvolgimento degli educatori: insegnanti poco interattivi o troppo direttivi possono limitare l'autonomia e la creatività dei bambini;

● ambienti poco stimolanti: aule spoglie, materiali insufficienti o spazi inadeguati riducono le opportunità di apprendimento;

● comunicazione inefficace con le famiglie: una scarsa collaborazione tra scuola e genitori può compromettere il percorso educativo del bambino.

Investire nella scuola dell'infanzia significa investire nel futuro. Una comunità che valorizza questa fase educativa, pone le basi per una società più consapevole, inclusiva e capace di dare spazio al potenziale di ogni individuo fin dai suoi primi passi nel mondo.

Come genitori, il nostro ruolo è quello di assicurarci che i primi passi dei nostri figli avvengano in un ambiente che li aiuti a crescere con fiducia, curiosità e amore per la conoscenza.



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