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Intelligenza cinestetica: corpo e mente in classe

Intelligenza cinestetica: corpo e mente in classe

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  • Edunauta.it

  • Pubblicato il : 24/07/2024 - Aggiornato il : 14/04/2025
  • apprendimento significativo, didattica innovativa, competenze educative, relazione docenti studenti,

Il corpo del bambino è una finestra sul suo mondo interiore, eppure ancora troppo ignorato dal sistema educativo. Chi ha diviso corpo e mente? Perché si educa così tanto la mente a discapito del corpo? Come coltivare un’educazione che risponda alle peculiari esigenze di ogni bambino?

Per rispondere a queste domande, in questo articolo  parleremo dell’intelligenza cinestetica e di che cosa è lo stile cognitivo cinestetico evidenziando le differenze con l’apprendimento cinestetico.

Che cos'è l'intelligenza corporeo-cinestetica?

L’intelligenza cinestetica è un concetto espresso dallo psicologo Howard Gardner nei suoi studi e teorie sulle intelligenze multiple, che hanno messo in discussione precedenti teorie psicologiche e pedagogiche e ridisegnato i concetti di abilità e intelligenza, dando il via a quella che poi diventeranno alcune delle tesi fondanti della didattica differenziata.

È infatti già Gardner a sostenere che “non esistono due persone che abbiano esattamente la stessa combinazione di intelligenze [...] noi possiamo trattare tutti come se fossero uguali, il che semplicemente indirizza un tipo di intelligenza, o possiamo cercare di capire le intelligenze dei bambini e personalizzare e individualizzare l’educazione il più possibile.”

Per comprendere meglio il significato di intelligenza cinestetica, ne citiamo la definizione del Ministero dell’Istruzione e del Merito che dice:

“L'intelligenza corporeo-cinestetica consiste nella capacità di usare il proprio corpo in modi molto differenziati e abili, per fini espressivi oltre che concreti: lavorare abilmente con oggetti, tanto quelli che implicano movimenti fini delle dita, quanto quelli che richiedono il controllo dell'intero corpo.

Perciò l'intelligenza corporeo-cinestetica si serve del corpo nella sua duplice natura di soggetto e di strumento. La sua valenza è inoltre allargata agli usi espressivi del corpo, come quelli adottati da un ballerino o da un attore. Ne consegue una ulteriore doppia polarità che può abbracciare sia il piano pragmatico sia quello maggiormente legato a competenze di carattere comunicativo.”

L’apprendimento cinestetico

Acrobati, attori e ballerini, che usano il corpo con grande coordinazione e abilità, possono essere annoverati tra chi ha l'intelligenza cinestetica molto sviluppata e allena costantemente la propria sensibilità e sensazioni cinestetiche.

Facciamo un accenno di che cos'è la sensibilità cinestetica e cosa sono le sensazioni cinestetiche:

●      sensibilità cinestetica: la capacità di percepire e controllare il corpo con sicurezza, senza dover guardare, come accade a un funambolo o a un musicista che esegue le sue note senza guardare lo strumento.

●      sensazioni cinestetiche: percezioni frutto dei movimenti del corpo, come la percezione della velocità, della tensione muscolare, del senso dell’equilibrio.

Lo stile di apprendimento cinestetico è uno degli stili di apprendimento attraverso cui assimilare le informazioni del mondo e un approccio educativo basato sull’intelligenza corporeo cinestetica è quello che maggiormente utilizza il movimento e le sensazioni corporee per favorire l’apprendimento.

Tra gli esempi di intelligenza corporeo-cinestetica oltre quelli già citati, ci sono le attività degli atleti, ma anche dei medici chirurghi o dei meccanici.

Per citare anche alcuni esempi di apprendimento cinestetico legati al mondo della scuola, invece, parleremo di un alunno che apprende le nozioni di chimica attraverso degli esperimenti concreti, o un altro che assimila le informazioni matematiche servendosi di modelli geometrici tridimensionali.

Corpo e mente: storia di un ricongiungimento

Il corpo e la mente sono stati concettualmente divisi per la prima volta da Cartesio nel 1600, da cui nasce la convinzione che:

●      il corpo è composto da materia fisica mentre la mente è sostanza non fisica;

●      i due elementi sono separati e la differenziazione dell’uomo dall’animale consiste nella presenza dell’elemento immateriale della mente.

Dall’enunciato di Cartesio derivano tutte le negazioni e le svalutazioni del corpo nonostante ci siano stati molti studiosi che hanno messo in dubbio tale netta scissione. Recentemente, il neurologo Antonio Damasio e altri ricercatori nell’ambito delle neuroscienze sono invece giunti alla conclusione che mente e corpo sono un unico sistema integrato.

Interessanti, per esempio, gli studi riportati nel libro Non di solo cervello. Educare alle connessioni mente-corpo-significati-contesti di M. Grazia Contini Maurizio Fabbri Paola Manuzzi, in cui sono ridefinite le cornici di senso all'interno delle quali corpo, mente, significati e contesti risultano inestricabilmente intrecciati e interagenti.

Gli autori percorrono la storia della scissione corpo-mente evidenziando come, mentre in passato si riteneva che tutte le informazioni fossero elaborate e poi smistate dal cervello attraverso i neurotrasmettitori che eccitavano o inibivano i neuroni (che a loro volta facevano lo stesso con i muscoli), oggi l’attenzione degli scienziati si è spostata sui peptidi disseminati in tutto il corpo, che sono lo strumento di comunicazione delle cellule, una specie di rete di informazioni diffusa in ogni parte del corpo.

Inoltre, non solo il corpo è collegato alla mente, ma anche il mondo circostante è strettamente interconnesso al corpo-mente, in quanto ciascuno è sia parte del mondo, frutto del suo tempo, delle esperienze che sta vivendo e dei condizionamenti che subisce, sia attore sociale costruttore del suo tempo e portatore di cambiamento e trasformazione.

La critica e la provocazione che gli autori propongono all’educazione tradizionale è quella di tendere a far entrare il mondo nella mente degli allievi anziché fornire loro gli strumenti affinché la loro mente possa accedere al mondo, aiutandoli a progettarsi e a incontrarsi con gli altri attraverso un apprendimento collaborativo. Citando ancora Gardner:

“anche se si vuole che ognuno impari lo stesso materiale, si può insegnarlo in molti modi, e si può anche stimare o valutare in molti modi ciò che lo studente sta imparando.”

Come migliorare la propria intelligenza cinestetica

Da Cartesio in poi e prima che alcuni studi contemporanei ponessero l’accento sulla stretta relazione tra corpo e mente, come abbiamo visto, con l’avanzare dell’età vengono sempre meno le attività utili a sviluppare le capacità senso motorie.

È possibile continuare a coltivare l’intelligenza corporeo-cinestetica, anche superata l’età infantile?

Sul web si trovano diversi test per individuare il proprio tipo di intelligenza, compresi i test sull’intelligenza corporeo-cinestetica e diverse ricerche che suggeriscono anche strategie di insegnamento per sviluppare le intelligenze multiple.

Per rimanere sull'intelligenza cinestetica, suggeriamo alcune strategie utili: si può partire dall’osservazione motoria. Un bambino con scarsa coordinazione motoria, così come uno iperattivo, probabilmente non hanno sviluppato a sufficienza l’intelligenza cinestetica corporea.

Seguire le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sui livelli di attività fisica minima, come atto di benessere e prevenzione, è un obiettivo centrale che, anche come insegnanti, dobbiamo perseguire anche per le fasce d’età ormai lontane dalla scuola primaria.

Una nuova visione della psicomotricità

In questo articolo riporto le parole di Sabrina Scotti tratte dal podcast TEIM, con lo scopo di restituire un corpo alle nostre teste:

“Vorrei sfatare la vecchia concezione della psicomotricità, intesa esclusivamente in termini riabilitativi, pensando che si rivolga solo a soggetti con disabilità o particolari problemi, non è così.

Anzi, la psicomotricità fa bene a tutti, facilita la condivisione delle emozioni, esprimendosi in un clima di benessere, fa bene agli adulti perché la psicomotricità è una lente di ingrandimento sui bisogni dei bambini, che siano figli o allievi, e offre una preziosa opportunità di conoscenza, ascolto e comprensione sia del mondo dell’infanzia, che della nostra modalità espressiva.

Nella relazione tra grandi e piccini, la comunicazione non verbale è la prima modalità di comunicazione con il mondo esterno e pone le basi per un attaccamento sicuro e una crescita armoniosa ed è (anche) qui che le attività per favorire l'apprendimento cinestetico possono contribuire in modo sostanziale.

Oggi, le proposte educative hanno troppo spesso una visione adultocentrica, in cui l’uso di diversi metodi, come il metodo di apprendimento cinestetico, non vengono considerati: spazi ristretti e tempi veloci rispecchiano sempre di più la frenetica esigenza degli adulti e sempre meno i bisogni profondi e naturali dei bambini.

Inoltre, le proposte ricreative puntano troppo sulla competizione piuttosto che sul piacere che deriva dall’attività stessa così, anche svolgendo giochi di apprendimento cinestetico, si rischia con questa modalità di non permettere al bambino di sentirsi capace e competente invece che migliore di qualcun altro”.

 

Diamo corpo al benessere dei bambini

Nell'era delle Carte dei diritti minorili, come la Dichiarazione (1958) e la Convenzione (1988) dell'ONU sui diritti del bambino, assistiamo a un paradosso: la proclamazione della protezione dell'infanzia da un lato e la lamentata "scomparsa dell'infanzia" dall’altro.

Infatti, è spesso denunciato che l'accelerazione dei ritmi di vita e l'impatto pervasivo della tecnologia erodono lo spazio dell'immaginazione e del gioco libero (elementi fondamentali per lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei più giovani) minando la capacità di apprendere tramite il senso cinestetico.

Neil Postman, sociologo statunitense, professore elementare, teorico dei mass media, denuncia l'assorbimento precoce in un mondo adulto che priva i bambini dell'esperienza autentica dell'infanzia.

La sua critica incisiva mette in luce come il bombardamento di informazioni e l'esposizione costante a contenuti non sempre adatti possano anticipare la fine dell'innocenza e della curiosità naturale che caratterizzano i primi anni di vita.

Questa dicotomia espone contraddizioni nelle nostre politiche educative e nelle pratiche quotidiane, sollevando interrogativi su come possiamo, attraverso un'educazione consapevole e sensibile, riportare al centro del dibattito il benessere e la salute mentale dei nostri bambini, riaffermando il loro diritto a un'infanzia protetta e ricca di opportunità per esplorare, sognare e semplicemente essere bambini.

Davanti a questo scenario, invitiamo la nostra comunità di edunauti, genitori, educatori e insegnanti a un'esplorazione più profonda dell'essere del bambino, partendo proprio dal corpo.

Attraverso le attività di psicomotricità, come quelle che si svolgono nelle scuole che abbracciano l’outdoor education in Italia, ad esempio, potremmo comprendere e assecondare i bisogni non verbali dei più piccoli, guidando il loro sviluppo in modo integrale.

È nel movimento libero e nel gioco spontaneo, e stimolando l’intelligenza corporea cinestetica, che i bambini possono esprimere le loro emozioni e iniziare a costruire le prime relazionisociali fondamentali.

Senza dimenticare di muovere insieme al corpo, anche la mente, come proposto nel podcast Ossidi di Ferro, i libri si trasformano in giardini senza recinti per l'immaginazione. Leggere una storia diventa un viaggio condiviso, dove gli adulti possono seguire la curiosità e le riflessioni dei bambini, permettendo alle storie di fungere da ponti verso mondi nuovi e inesplorati.

Un esempio concreto è quello sempre più comune negli spazi dell’infanzia, di creare "angoli lettura" negli spazi educativi, dove i libri diventano accessibili e invogliano alla scoperta. L’invito è quello di predisporre spazi simili anche a casa e nelle scuole degli ordini superiori.

In conclusione, sosteniamo un educazione che celebra la complessità dell'esperienza umana, rifiutando di relegare i nostri bambini a mere somme di conoscenze e abilità.

Facendo ciò, si apre un cammino verso una consapevolezza che riconosce l'unicità e l'indivisibilità dell'esperienza umana, in tutte le sue sfaccettature. Questa è l'educazione che sogniamo: una che permetta a ogni bambino di stare al mondo in tutta la sua pienezza: mente, corpo, emozioni, relazioni e mondo.

Invito tutti a unirsi a noi in questo dialogo educativo, ascoltando i podcast di Edunauta, che aprono a mondi di possibilità concrete per un'educazione che si celebra in ogni passo, ogni parola, ogni risata dei nostri bambini.



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