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Apprendimento collaborativo: la sfida alle convenzioni dell'educazione

Apprendimento collaborativo: la sfida alle convenzioni dell'educazione

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  • Edunauta.it

  • Pubblicato il : 22/07/2024 - Aggiornato il : 14/04/2025
  • didattica innovativa, autorità condivisa, relazione docenti studenti,

"Chi è al servizio di chi? La scuola e l'educazione esistono per elevare i bambini, o sono i bambini a doversi piegare alle esigenze di queste istituzioni?" Questo dilemma, sollevato dal podcast Fosforo, ci sfida a reimmaginare il nucleo dell'educazione.

Con l’intento di cogliere questa sfida, in questo articolo approfondiamo il tema dell’apprendimento collaborativo.

Apprendimento collaborativo: che cos'è e definizione

L’apprendimento collaborativo è un approccio che mira al raggiungimento degli obiettivi educativi attraverso un processo in cui il sapere si costruisce attraverso il dialogo e il confronto.

Nella didattica collaborativa, i discenti condividono conoscenze, discutono idee e risolvono problemi in modo collettivo così che ogni partecipante contribuisca attivamente alla crescita del gruppo e sia favorito lo sviluppo di competenze trasversali come il pensiero critico e la comunicazione.

Nel corso della Storia, sono stati molti gli autori che hanno esplorato le metodologie dell’apprendimento collaborativo. Tra i teorici che hanno influenzato l’apprendimento collaborativo nel Novecento citiamo Jerome Bruner, psicologo costruttivista e ideatore del celebre concetto di scaffolding (l’aiuto del docente al discente per incrementare le competenze) e Célestin Freinet, pedagogista ed educatore che ha promosso l’uso di tecniche cooperative tra studenti.

Oggi, la didattica collaborativa può contare anche sulle nuove tecnologie: l’apprendimento collaborativo attraverso software, per esempio, consente agli studenti di lavorare anche a distanza e con strumenti e metodi innovativi come le piattaforme e-learning e la gamification.

Un esempio di apprendimento collaborativo e uso delle nuove tecnologie è la scrittura collaborativa utilizzando piattaforme di condivisione di file in tempo reale e a cui possono contribuire contemporaneamente alla redazione del testo.

Apprendimento collaborativo e cooperativo

Per comprendere meglio la definizione di apprendimento collaborativo, può essere utile fare una differenza tra apprendimento collaborativo e cooperativo (o cooperative learning) e peer education, che è un metodo che favorisce “l’educazione tra pari” e in cui sono gli studenti stessi a trasmettere conoscenze ai compagni.

Mentre nell’apprendimento collaborativo vengono maggiormente favoriti diversi stili di apprendimento grazie all’ascolto attivo e una libera interazione e collaborazione dei discenti, nell’apprendimento cooperativo i ruoli e i compiti sono più rigidi e strutturati.

Disciplina: alleata o nemica dell’educazione?

Conoscendo ora qual'è la differenza tra pensiero collaborativo e cooperativo e quali sono i principi dell'apprendimento collaborativo, aggiungiamo alle nostre riflessioni quella su un concetto dalle molteplici sfaccettature: la “disciplina”.

Nel contesto educativo, la disciplina non è da intendersi unicamente come rigore e impegno nell'inseguimento di valori personali, aspetti questi che sono fondamentali e non oggetto di critica.

La controversia sorge quando la "disciplina" si trasforma in un'espressione di coercizione, un codice rigido che soffoca l'individualità, anziché nutrirla.

Questo concetto di disciplina, erroneamente percepito come una serie di comandi imposti da un'autorità, non fa altro che reprimere la libertà personale, spingendo verso una conformità obbligata piuttosto che verso una genuina comprensione dei motivi che stanno dietro a determinate regole o comportamenti.

Una visione più illuminata della disciplina la vede come un orientamento verso sane abitudini, come un percorso che, anziché imporre, suggerisce direzioni verso cui tendere.

Si tratta di instaurare un dialogo aperto tra genitori ed educatori, basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco, che consente ai bambini di sviluppare le life skills a scuola e fare scelte informate e consapevoli, in ambienti di apprendimento innovativi dove i valori sono condivisi e compresi, non semplicemente tramandati.

In tale contesto, la disciplina si fa araldo di una crescita responsabile, invitando i giovani apprendisti della vita a esplorare i loro limiti entro un quadro sicuro e comprensivo, dove le regole sono intese come accordi mutualmente rispettosi che servono l'interesse comune più che diktat arbitrari.

Così la disciplina diviene un ponte verso l'autonomia, non un confine che limita, ma una guida che permette di navigare il flusso della vita con consapevolezza e libertà.

 

La vera meta del viaggio educativo: essere al servizio dei bambini

Troppo spesso, il sistema scolastico e le strutture familiari possono cadere nella trappola di venerare la struttura piuttosto che il bambino, un paradigma che rischia di trasformare l'essenza stessa del processo educativo.

Ammiriamo i metodi e le teorie, li eleviamo a idoli intoccabili, e, nel farlo, a volte perdiamo di vista l'individuo unico e vibrante davanti a noi. In questa ricerca di adattare i bambini a modelli predeterminati, potremmo finire per soffocare la loro vera natura sotto il peso di un'idealizzazione che non lascia spazio all'autentica espressione personale.

È qui, invece, che il metodo dell’apprendimento collaborativo può fare la differenza, perché imparando a collaborare a scuola, rispetto delle regole e ascolto diventano una naturale conseguenza, come ci racconta il professor Ennio Ripamonti nel nostro podcast sulla collaborazione.

Lo svelamento di queste dinamiche è possibile solo attraverso un viaggio educativo basato su un ascolto profondo e su un impegno collettivo per riconoscere e onorare la vera natura dei nostri figli, liberandoci dal peso dei nostri preconcetti e degli ideali non più utili.

Unendoci in questa direzione, ci immergiamo in un'esplorazione di ciò che significa servire veramente i bambini attraverso l'educazione, non solo a parole, ma nella pratica quotidiana.

Ispirati dai laboratori esperienziali del già citato podcast Fosforo e dalla filosofia di ascolto di La Fabbrica dei Suoni, ci impegniamo a forgiare un ambiente in cui l'educazione si armonizza con la crescita individuale.

Ritrovare il senso profondo dell’educare

Dalle riflessioni fatte finora, è semplice comprendere perché è importante attivare delle didattiche di tipo collaborativo. Il rispetto è il fulcro di un'educazione che libera ed eleva. Si manifesta attraverso un ascolto attento che ci apre le porte del mondo interno del bambino.

Più che trasferire semplicemente conoscenze, questo approccio mira a nutrire la motivazione intrinseca e la scoperta personale. Per esempio, invece di impartire nozioni di matematica attraverso la memorizzazione, possiamo coinvolgere i bambini in progetti pratici come la costruzione di un giardino, dove la matematica prende vita nel conteggio di semi e nella misurazione degli spazi di piantagione.

Per riformare l'educazione, dobbiamo oltrepassare i confini dei nostri attuali sistemi educativi e abbracciare un'etica basata sulla vera comprensione e collaborazione attiva. Significa dare ai bambini il compito di insegnanti nel loro processo di apprendimento, permettendo loro di guidare le discussioni in classe, o di scegliere progetti e attività che riflettano i loro interessi, incoraggiando l'espressione personale e la curiosità.

Questo cambiamento non è solo metodologico, ma è un vero e proprio viaggio di trasformazione personale, che coinvolge cuore e mente. Riconoscere la nostra responsabilità nell'allevare una società che valorizzi l'individuo richiede che ogni azione educativa, dal dialogo quotidiano all'approvazione di un lavoro ben fatto, sia impregnata di rispetto e considerazione.

Nel praticare il rispetto, ad esempio, possiamo dare spazio ai bambini di esprimere i loro pensieri senza interruzioni e donando la nostra piena attenzione, mostrando loro che il loro punto di vista conta tanto quanto il nostro.

Quindi, come possono esserci sincerità e collaborazione autentici tra gli adulti che detengono il potere di una maggiore conoscenza della vita e della realtà e i più giovani in viaggio alla scoperta del loro personale modo di comprendere il mondo?

Questa frase di Krishnamurti mi ispira a impegnarmi a fondo per comprendere davvero il senso del mio educare, per spazzare via inutili schemi sociali inevitabilmente appresi durante la mia maturazione e andare oltre:

“Deve esserci un profondo insight circa le motivazioni nascoste dell'autorità e del dominio. Se capiamo che l'intelligenza non può risvegliarsi attraverso la coercizione, la semplice consapevolezza di questo fatto spazzerà via le nostre paure e potremo cominciare a coltivare un nuovo mondo opposto all'ordine sociale attuale, e che lo trascenderà di molto”.

Forse questo passaggio è più semplice di quel che pensiamo, sicuramente è possibile come ci raccontano i due podcast, e dipende proprio da ciascuno di noi, individualmente, in quanto la società e i sistemi siamo proprio noi, siamo noi a crearli, perpetuarli e trasformarli.

In questo viaggio verso un approccio educativo umanizzato, i podcast Fosforo e La Fabbrica dei Suoni diventano faro e guida, ricordandoci che l'educazione non è solo impartire sapere, ma coltivare saggezza e connessione.



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