"Idee per Insegnare"_ TEAL (Tecnologie per l'apprendimento attivo)
00:00 MICHELA_INTRODUZIONE
TEAL, acronimo di Technology Enhanced Active Learning, è una metodologia sviluppata e adottata dal “Massachusetts Institute of Technology” di Boston. E’ stata sviluppata per l’insegnamento in ambito universitario delle discipline scientifiche. Unisce lezioni frontali, simulazioni e attività laboratoriali con i linguaggi digitali e multimediali e l’impiego di device di vario tipo. L’obiettivo è quello di generare un’esperienza di apprendimento ricca e basata sulla collaborazione e la partecipazione attiva degli studenti. Scopriremo meglio l’applicazione di questa metodologia anche grazie all’esempio che racconteremo dell’Istituto Superiore Paciolo D’Annunzio di Fidenza, in provincia di Parma.
00:38 MARTINA_SIGLA
Ciao! Siamo Michela e Martina di Edunauta, l’esploratore di universi educativi. All’interno di questo podcast ti guidiamo alla scoperta di nuove idee per insegnare, rinnovare e rigenerare la scuola dal basso. Queste Idee arrivano dal movimento Avanguardie Educative nato presso l’Istituto Indire. “Idee per insegnare” è una serie podcast ideata da Generas Foundation, all’interno del progetto Edunauta.
01:03 MARTINA_APERTURA
Il TEAL viene sviluppato in particolare nell’insegnamento della Fisica al MIT di Boston come risposta a problemi di rendimento scolastico degli studenti e drop-out dai corsi. La metodologia TEAL prende le mosse dal costruttivismo e dai modelli didattici socio costruttivisti; ciò implica un’attenzione particolare alla centralità dello studente e di conseguenza si viene a ristrutturare l’attività del docente. Gli elementi che caratterizzano la metodologia sono:
- un approccio IBSE (Inquiry-Based Science Education), che è l’approccio pedagogico basato sull’investigazione, che stimola la formulazione di domande ed azioni per risolvere problemi e capire i fenomeni.
- Il Problem Posing e il Problem Solving, che sono forse le strategie didattiche prevalenti nell’approccio TEAL. In questo caso il gruppo di alunni mostra la procedura di soluzione alla lavagna, così che il docente interagisca direttamente con il gruppo che lavora alla soluzione del problema.
- Abbiamo poi il Cooperative learning, dove gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente.
- E, collegato a questo, il Peer tutoring e il Peer learning, che rafforzano l’apprendimento e innescano un circolo virtuoso per cui chiedere aiuto ad un compagno diventa un comportamento naturale e totalmente legittimo.
- Vediamo poi il Learning by doing, ovvero l’apprendimento attivo e l’imparare facendo.
- I metodi induttivi, che dall’attività concreta arrivano all’astrazione concettuale e, quindi, un discovery learning.
- E, infine, le domande concettuali.
02:21 MICHELA_L’IDEA ALLA BASE
L’idea alla base di questa metodologia è che tecnologia e spazi siano strettamente interconnessi. Infatti, il setting di arredo prevede una postazione centrale per il docente attorno alla quale sono disposti tavoli modulari organizzati in isole di lavoro che ospitano gruppi di studenti. Poi ci sono LIM o punti di proiezione, tanti quanti sono le isole di lavoro. Il docente introduce l’argomento oggetto di studio con domande, esercizi, rappresentazioni grafiche o per mezzo di immagini e video. Ogni gruppo, poi, lavorerà sul tema dato in maniera collaborativa e attiva con il supporto di device per selezionare e raccogliere informazioni e dati ed effettuare esperimenti e verifiche.
02:58 MARTINA_FASI DI SVILUPPO
Vediamo ora da vicino le fasi di sviluppo. L’active learning si basa sulla flessibilità, che rappresenta quindi la parola chiave di TEAL. Ciò che può funzionare per alcuni studenti può rivelarsi fallimentare con altri studenti. E’ quindi il docente a calibrare l’uso della tecnologia e ad organizzare i gruppi di lavoro in base agli obiettivi formativi e curriculari ed al contesto territoriale specifico. L’elemento fondamentale è la flessibilità, che ritroviamo sia nell’architettura, negli arredi e nella tecnologia, sia nelle strategie didattiche che nell’organizzazione del percorso formativo. In una tipica attività TEAL il docente pone un quesito agli studenti che catturi la loro curiosità, orienti il loro interesse e li motivi poi ad intraprendere il lavoro. Suddivide poi la classe in gruppi omogenei od eterogenei, a seconda degli obiettivi dell’apprendimento, e ai membri di ogni gruppo è assegnato un ruolo quale il coordinatore, il documentatore, lo scettico o il segretario. Da qui i gruppi lavorano sul topic o sulla risoluzione del problema. Mentre il docente svolge il ruolo di coach. Ad attività concluse, uno dei membri del gruppo riferisce alla classe i risultati del lavoro collettivo, i procedimenti seguiti, le difficoltà incontrate e poi le soluzioni trovate.
04:00 MICHELA_FACCIAMO UN ESEMPIO
Facciamo un esempio. Uno schema di lezione che può aiutare è quello che vi presentiamo ora dove la lezione viene suddivisa in fasi:
- la prima fase è quella di Attivazione, che consiste nel fornire agli studenti un tema, una questione, che catturi la loro curiosità, che stimoli il loro interesse e li motivi a intraprendere un’attività; quindi ci dev’essere un engagement dello studente.
- La seconda fase è quella di Produzione, in cui si presenta e analizza un caso, si realizza un progetto, si svolge un’indagine, oppure si risolve un problema. In questa fase l’insegnante assume il ruolo del tutor.
- Poi c’è la fase di Elaborazione, dove il ciclo si completa appunto con una fase di elaborazione o, meglio, di rielaborazione, attraverso un processo collettivo di riflessione e confronto su quanto appreso. L’obiettivo è quello di chiarire, rendere espliciti e consolidare gli apprendimenti.
- Poi c’è la quarta ed ultima fase, che è quella di Chiusura, dove è importante che gli studenti possano sedimentare gli apprendimenti maturati e le competenze apprese. Costruisce anche un ponte per la lezione TEAL successiva.
Lo schema che abbiamo appena proposto è solo uno tra i vari possibili. Ogni modello è solo una traccia di lavoro, da considerarsi come uno spunto e non come una sequenza rigida o come un protocollo operativo.
05:15 MARTINA_LE ATTREZZATURE DI BASE E IL RUOLO DELL’ICT
Approfondiamo ora brevemente le attrezzature tecnologiche di base del metodo TEAL. La tecnologia nel metodo entra a supporto del processo di insegnamento e apprendimento in vario modo.
I piani sui quali insiste sono 3 differenti.
- Il primo è il Piano cognitivo dove l’uso della tecnologia consente di migliorare la comprensione da parte degli studenti dei fenomeni complessi.
- Troviamo poi il Piano comunicativo e didattico dove la tecnologia aiuta il docente ad avere un quadro, in tempo reale, dello status degli apprendimenti dei ragazzi e quindi poi a fornire un feedback immediato.
- L’ultimo è il Piano organizzativo, in cui la tecnologia sostiene la condivisione di materiali e dei prodotti collaborativi, degli artefatti digitali creati sia durante il lavoro in classe e sia nei momenti di didattica capovolta.
E’ sicuramente importante poi disporre di un software di comunicazione simultanea che dia la possibilità agli studenti di interagire con il docente ed esprimere quindi in tempo reale le proprie opinioni, le proprie idee e i propri pensieri.
Un ulteriore requisito della classe TEAL è rappresentato dalla presenza di un sistema che permetta di condividere e di “catturare” (per esempio attraverso degli screenshot) le attività del docente e degli studenti. L’importante è che il docente possa disporre di uno strumento che permetta poi di “orchestrare” queste lezioni in base ai suoi obiettivi di apprendimento.
Un terzo livello di dotazione tecnologica è necessario nel caso in cui gli studenti siano impegnati in attività di project-based learning, oppure in discovery activity. In questo caso è necessario l’accesso a Internet per cercare le informazioni necessarie allo svolgimento del compito.
06:38 MICHELA_IL SETTING MINIMO
Vediamo ora il setting minimo per una lezione TEAL, che è composto da:
Un setting di arredo ideato con:
- tavoli modulari organizzati in isole di lavoro;
- e delle LIM, o punti di proiezione o lavagne bianche, tante quante sono le isole.
Questa configurazione è importante in quanto consente al gruppo di rappresentare il proprio processo cognitivo e al docente di comprendere quello che stanno facendo gli studenti oppure quello che hanno capito e prodotto.
Poi c’è il setting didattico, che consiste nella:
- suddivisione degli studenti in gruppi di lavoro;
- e l’utilizzo di un’aula TEAL o di una aula dedicata è sicuramente facilitante nell’adozione della metodologia, ma si può pensare di utilizzarla anche nell’aula ordinaria; ovviamente deve essere opportunamente modificata in termini di allestimento e setting.
07:24 MARTINA_IL CASO DELL’ISS PACIOLO
Vediamo ora il caso dell’Istituto Superiore Paciolo D’Annunzio di Fidenza, in provincia di Parma. L’Istituto da diversi anni investe moltissimo sulla tecnologia e sul suo uso ragionato. È stata qui realizzata un’aula TEAL con postazioni costituite da banchi modulari e componibili per facilitare il lavoro di gruppo e la didattica collaborativa. Inoltre, il setting è fortemente high-tech grazie alla presenza di vari videoproiettori interattivi tutti connessi alla stessa rete. All’interno dell’Istituto lo spazio per realizzare quest’aula è stato ricavato da un “vecchio” laboratorio di informatica, dove sono stati inseriti arredi modulari e alcune dotazioni tecnologiche, come due videoproiettori interattivi, un visual presenter e un dispositivo per ogni alunno. In quest’aula la cattedra è scomparsa, per rompere il tradizionale schieramento frontale tra il docente e gli studenti. In particolare, l’aula e la metodologia TEAL sono state ibridate con la metodologia del “Flipped learning”.
I contenuti didattici utilizzati sono di tipo misto, in parte sono prodotti dai docenti e dagli studenti, in parte sono stati reperiti in Rete o comunque acquisiti dagli editori scolastici. I principali punti di forza osservati sono stati il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie, il confronto continuo fra i colleghi del Consiglio di Classe, il monitoraggio e la valutazione dell’esperienza ed, infine, il continuo scambio fra i docenti e la dirigenza sul percorso svolto. Le attività hanno avuto un carattere episodico nelle prime settimane di scuola. Successivamente, nella seconda parte dell’anno scolastico, si sono trasformati in un’applicazione sistematica. Sono emerse, però, alcune criticità e sono state realizzate delle azioni di miglioramento su alcuni punti.
1) Il primo, i docenti hanno avuto bisogno di continuo supporto e di incoraggiamento. La dirigenza deve a questo scopo creare il contesto entro cui muovere questo cambiamento, e quindi attuare una leadership educativa.
2) Lo spazio deve poi subire una modifica che possa supportare una didattica di matrice costruttivista.
3) Ed, infine, le difficoltà di natura tecnica sull’uso delle tecnologie vanno continuamente supportate.
Infine, alcune scuole hanno creato delle aule «Easy TEAL», secondo una logica di avvio graduale dato che non è sempre possibile avere disponibilità immediata di arredi e tecnologie ad hoc.
09:24 MICHELA_I MOTIVI PER CUI ADOTTARE LA METODOLOGIA
Vediamo i motivi per cui adottare questa metodologia.
- La metodologia TEAL stimola l’apprendimento attivo e promuove l’uso ‘ragionato’ delle tecnologie informatiche in classe. Inoltre, migliora il coinvolgimento diretto degli studenti nella soluzione di problemi e può favorire una didattica inclusiva.
- Tramite l’approccio investigativo e laboratoriale, si incentiva l’osservazione dei fenomeni e il tentativo di descriverli e spiegarli. Viene stimolata la discussione tra pari, l’interazione docente-studente e l’attività di tutoring del docente e anche degli studenti più esperti.
- La metodologia si rivela un efficace strumento per contrastare il calo di interesse da parte degli studenti che si è registrato negli ultimi anni riguardo le discipline STEM, cioè scienze, tecnologia, ingegneria e matematica.
- E un effetto positivo della metodologia TEAL è anche un accresciuto interesse da parte delle studentesse verso le stesse discipline STEM.
- Il TEAL è anche un modo efficace per superare la logica dello studio inteso come mero apprendimento mnemonico dei testi scritti.
- Rispetto allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, il metodo li aiuta nella loro autonomia e capacità di lavorare con gli altri.
- Infine, c’è un netto miglioramento delle interazioni educative in aula e si sviluppa e rafforza l’apprendimento tra pari e quello autonomo.
Con le motivazioni per adottare la metodologia TEAL la puntata si chiude qui. Come sempre il nostro consiglio è quello di adottare queste idee, adattandole alla tua realtà e noi ti aspettiamo al prossimo episodio.
10:52 MARTINA_SIGLA DI CHIUSURA
Hai ascoltato “Idee per insegnare”, una serie podcast ideata da Generas Foundation all’interno del progetto Edunauta. Le idee educative proposte fanno parte del movimento Avanguardie Educative dell’Istituto Indire, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa del Ministero dell’Istruzione. Per saperne di più ascolta il trailer o vai sul sito innovazione.indire.it/avanguardieeducative
“Idee per insegnare” è un podcast realizzato in collaborazione con Rossella Pivanti e con le voci di Michela Calvelli e Martina Plebani.