“Idee per insegnare”_ Outdoor Education

"Idee per Insegnare"_ Outdoor Education

00:00 MICHELA_INTRODUZIONE

Immagina un mondo in cui tutti i bambini crescano con una comprensione profonda della vita intorno a loro. In cui ogni scuola abbia uno spazio di gioco naturale. In cui ogni bambino e ogni adulto abbiano un umano diritto di riconnettersi alla natura”.  Con questa citazione del giornalista e scrittore Richard Louv introduciamo l’«Outdoor Education»: quell’insieme di esperienze pedagogiche unite da una didattica attiva per ritornare ad abitare la città e la natura nel tempo della scuola. L’approccio pedagogico dell’”Outdoor Education” è proposto dal movimento Avanguardie Educative come una delle Idee innovative che promuovono la trasformazione del modello tradizionale di fare scuola. Racconteremo l’esempio dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Acireale in provincia di Catania.

00:44 MARTINA_SIGLA

Ciao! Siamo Michela e Martina di Edunauta, l’esploratore di universi educativi. All’interno di questo podcast ti guidiamo alla scoperta di nuove idee per insegnare, rinnovare e rigenerare la scuola dal basso. Queste Idee arrivano dal movimento Avanguardie Educative nato presso l’Istituto Indire. “Idee per insegnare” è una serie podcast ideata da Generas Foundation, all’interno del progetto Edunauta.

01:08 MARTINA_APERTURA
Sotto il termine di “Outdoor Education” sono comprese una grande varietà di esperienze pedagogiche caratterizzate da didattica attiva che si svolge in ambienti esterni alla scuola e che è impostata sulle caratteristiche del territorio e del contesto sociale e culturale in cui la scuola è collocata. I suoi elementi identitari sono:

 

  • la didattica in ambienti esterni alla scuola, ovvero lo spazio considerato ambiente di apprendimento può essere sia naturale che urbano;
  • la didattica attiva: cioè le attività si basano sull’esperienza diretta, su metodologie laboratoriali e prevedono il coinvolgimento partecipato di studenti e studentesse in situazioni “autentiche”;
  • la progettualità basata sulle caratteristiche del territorio e del contesto sociale e culturale in cui la scuola è collocata;
  • e l’attivazione di relazioni interpersonali, di relazioni ecosistemiche e di relazioni ekistiche, cioè di quelle relazioni in cui gli esseri umani hanno un impatto sulla qualità della natura e questo ha un impatto sulla qualità della loro vita.


L’Outdoor Education non prescrive a priori attività e obiettivi da raggiungere, ma vengono definiti in base alle specificità di ogni contesto educativo e delle scelte degli insegnanti. L’offerta formativa di questo approccio include una grande varietà di attività didattiche che vanno:

  • dalle esperienze di tipo percettivo-sensoriali, ad esempio l’orto didattico, le visite a delle fattorie, musei e parchi;
  • a esperienze basate su attività socio-motorie ed esplorative tipiche dell’Adventure Education come l’orienteering, il trekking e la vela;
  • a progetti scolastici che intrecciano l’apertura al mondo naturale con la tecnologia come il coding, la robotica e il thinkering;
  • e, infine, ad esperienze che affrontano i temi della green economy e quelli dei diritti umani, fino a percorsi educativi profondamente ispirati alla tradizione nordeuropea.

 

Con il temine “Outdoor Education” ci si riferisce, inoltre, anche a percorsi didattici realizzati in ambienti urbani quali musei, piazze e parchi cittadini, dove è garantito un rapporto diretto e concreto con il mondo reale e il coinvolgimento degli studenti nella loro interezza, quindi nella dimensione cognitiva, fisica, affettiva e relazionale.

03:00 MICHELA_IDEA ALLA BASE

L’idea alla base dell’approccio pedagogico dell’Outdoor Education è tratta dallo sviluppo del pensiero educativo seicentesco e settecentesco di John Locke e Rousseau, che hanno portato in evidenza il legame tra esperienza e apprendimento e hanno fatto emergere il ruolo dell’ambiente esterno nell’attivazione dei processi cognitivi. Inoltre, l’Outdoor Education si ricollega al pensiero pedagogico di Rudolf Steiner, di Maria Montessori e di John Dewey. Così come sono forti i contatti tra Outdoor Education e l’esperienza di Robert Baden-Powell, fondatore del movimento scout.

 

I due principi pedagogici cardine su cui si basa l’Outdoor Education sono: 

  1. l’Experiential learning («apprendimento esperienziale»);
  2. la Place-based education («pedagogia dei luoghi»).

 

L’Experiential learning individua nell’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale il fulcro intorno a cui ruota il processo di apprendimento. In opposizione alla didattica trasmissiva, l’apprendimento esperienziale mette lo studente, il suo ‘fare’ e il suo ‘pensare’, al centro del processo di apprendimento e della trasformazione del sapere.

 

La Place-based education riconosce il valore del luogo e del territorio come fonte primaria di stimoli per l’apprendimento e come spazio privilegiato per un apprendimento personalizzato, autentico, significativo e coinvolgente.

 

Abbiamo anche un importante contributo della psicologia dell’età evolutiva, delle neuroscienze, della psicologia cognitiva e della psicologia ambientale, con studi effettuati a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. Questi studi hanno messo in evidenza il ruolo degli ambienti naturali nel recupero dell’attenzione, nell’abbassare i livelli di stress e favorire il benessere del soggetto in formazione e nel ristabilire una nuova sintonia con la natura. Inoltre, hanno portato in evidenza il legame tra esperienza e apprendimento e hanno fatto emergere il ruolo dell’ambiente esterno nell’attivazione dei processi cognitivi.

04:45 MARTINA_I BENEFICI DELLA METODOLOGIA
Sono diversi gli studi che sostengono gli effetti benefici dell’esperienza in natura. Una di queste è la “teoria della rigenerazione dell’attenzione”, teoria secondo la quale una persona si concentra meglio dopo aver passato del tempo all’aperto o anche solo dopo aver osservato delle immagini di ambienti ed elementi naturali. L’ambiente naturale induce, infatti, benessere nell’individuo e garantisce la rigenerazione dell’attenzione diretta e sostenuta grazie a quattro qualità proprie della natura:



  • la fascination, cioè l’attenzione involontaria che scaturisce dal senso di meraviglia e non richiede alcuno sforzo per essere mantenuta;
  • il being away, un immediato effetto di pace e di rigenerazione;
  • l’extent, che consiste nei luoghi della natura che si prestano all’esplorazione e alle nuove esperienze;
  • e infine la compatibility, che si traduce nella possibilità di stimolare le inclinazioni naturali dell’essere umano sviluppate nella storia evoluzionistica.

 

Le principali dimensioni coinvolte in attività di Outdoor Education sono, quindi:

  • la dimensione percettivo-sensoriale grazie al contatto diretto con la natura ed alla scoperta del proprio contesto territoriale e sociale;
  • la dimensione socio-motoria ed esplorativa, che include la dimensione dell’avventura, come l’orienteering, il trekking, la vela;
  • la dimensione personale, che si traduce nello sviluppo dell’autostima e dell’autoconsapevolezza;
  • quella sociale ed etica, che si realizza attraverso azioni di cura ambientale e di cittadinanza attiva;
  • quella ambientale ed ecosistemica, che facilita invece la consapevolezza delle interrelazioni tra uomo e natura;
  • ed infine la dimensione tecnologica, in quanto a volte il digitale rappresenta anche il luogo in cui avviene l’esperienza outdoor.

 

Si deduce, quindi, che i vantaggi dell’esperienza outdoor siano di tipo psicologico, sociale, educativo e fisico. Nella pratica di questo approccio le attività didattiche seguono il modello laboratoriale, in cui il docente è regista e facilitatore dei processi cognitivi, mentre lo studente sperimenta forme di didattica attiva. L’esperienza e, quindi, i compiti di realtà e le attività collaborative tra pari giocano un ruolo fondamentale e centrale nel processo di apprendimento. Inoltre, si pone come obiettivo il superamento della centralità dell’aula e l’assunzione dello spazio esterno a naturale come ambiente di apprendimento. Nella sua continua osmosi tra dentro e fuori, la scuola che pratica l’Outdoor Education attiva un dialogo, un confronto e uno scambio reciproco con il territorio in cui si trova e la realtà socioculturale del contesto in cui opera.

07:02 MICHELA_GUIDA ALL’APPLICAZIONE DELL’IDEA
Vediamo ora la guida per l’applicazione dell’Idea. “Anche fuori si impara!” è lo slogan che sempre più scuole utilizzano nella comunicazione sull’Outdoor Education, consapevoli che spesso il tempo dedicato all’ambiente esterno viene precocemente inteso come ‘tempo perso’, come una pausa tra un’attività ‘vera’ e l’altra. Al contrario, l’istruzione e l’educazione non possono essere rinchiuse in modo esclusivo dentro le mura scolastiche, ma hanno bisogno di un dialogo continuo tra dentro e fuori, tra esperienza diretta e riflessione e che si avvalgono della collaborazione e della corresponsabilità educativa della comunità educante. La necessità di un cambiamento nella mentalità dei docenti rappresenta proprio il primo passo per la realizzazione di attività didattiche in ambiente esterno. Due aspetti risultano particolarmente importanti:



  1. il primo è riconoscere l’esterno come ambiente e contenuto di apprendimento. Il fuori della scuola, infatti, si configura davvero come contesto ricco di occasioni formative e di significati da sfruttare e integrare, per un arricchimento dei percorsi di apprendimento e del curricolo scolastico.
  2. Il secondo consiste nel programmare le attività didattiche. E’ vero che l’Outdoor Education offre molte esperienze di apprendimento, ma queste possibilità devono essere colte da un’attenta programmazione didattica.
  3. E il terzo è sviluppare la comprensione del ‘rischio’ e della differenza tra rischio e pericolo da parte degli studenti e degli insegnanti, attraverso esperienze che offrono loro la capacità di analizzarlo, valutarlo e formarsi in questo senso.

 

Infine, un’iniziativa degna di nota, è la rete nazionale delle scuole pubbliche all’aperto che, tra l’altro, offre momenti di formazione e accompagnamento per gli istituti o gli insegnanti che scelgono di attuare questa Idea e sono anche raccolte documentazioni e risorse, oltre ai protocolli operativi per aderire alla rete stessa.

08:48 MARTINA_IL CASO DELL’IC GIOVANNI XXIII DI ACIREALE
Approfondiamo ora il caso dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Acireale, in provincia di Catania. Il nome del progetto messo in atto dall’Istituto Comprensivo è “Scuola libera tutti… il cammino si fa andando. Per la primaria sono state inizialmente proposte attività outdoor negli spazi esterni della scuola, in continuità con quelle della scuola dell’infanzia. Gli spazi di sperimentazione sono stati poi estesi anche all’esterno della scuola stessa. Tra le iniziative realizzate, una delle più interessanti è quella degli Orti Didattici e dei Cortili Didattici.

  • Un progetto extracurriculare ha dato avvio all’orto didattico che in breve è divenuta attività integrata nel curricolo per la didattica delle scienze, della matematica, dell’inglese, della tecnologia e dell’italiano.
  • I cortili e gli ambienti outdoor sono stati poi allestiti con delle buone dotazioni di strumenti di apprendimento e di gioco-apprendimento, che hanno consegnato a questi spazi un valore autenticamente pedagogico.

Per l’avvio della trasformazione didattica della scuola la Dirigente scolastica ha condiviso con tutto il Consiglio d’Istituto una visione del fare scuola che è stata realizzata attraverso la stipula dell’accordo con la rete nazionale di “Scuole all’aperto” e la redazione di protocolli d’intesa con enti locali, enti di formazione e di ricerca e università. La Dirigente ha così scelto di investire nella formazione dei docenti e nell’autoformazione. In ciascun plesso si sono costituiti gruppi di lavoro sull’innovazione composti da un collaboratore della Dirigente, da docenti e da un referente degli studenti e delle loro famiglie. L’Outdoor Education si integra perfettamente con altre idee promosse da “Avanguardie Educative” ed in particolare con l’Idea “Dentro/fuori la scuola – il Service Learning”, che è stata individuata come la naturale evoluzione del vivere gli spazi esterni all’aula come luoghi di apprendimento. Dopo i primi tre anni, il percorso è proseguito in un‘autoformazione grazie alla contaminazione e allo scambio tra i colleghi; inoltre, è attualmente in allestimento un ambiente virtuale per la documentazione delle pratiche didattiche.

10:41 MICHELA_ IL CASO DELL’IC GIOVANNI XXIII DI ACIREALE

Un altro esempio di attività outdoor realizzata dall’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Acireale è denominata “La Piazza”. Qui, il percorso didattico messo in atto in classe quarta è caratterizzato da una progettazione interdisciplinare che ha coinvolto arte, storia, geografia e musica, e ha avuto come nucleo tematico la piazza. L’intero percorso ha previsto una prima selezione di risorse da parte dei docenti (quali contenuti digitali, libri, giornali e così via) con lo scopo di stimolare ricerche per costruire l’inquadramento storico-artistico della piazza. Le fasi di realizzazione sono state 3:

 

  • la prima con un’attività indoor che ha visto l’attivazione delle preconoscenze degli studenti per stimolare la ricerca di nuove informazioni. Si sono svolte attività di revisione delle conoscenze e di elaborazione di un linguaggio comune;
  • la seconda attività, che è stata realizzata outdoor con una visita alla piazza cittadina davanti alla scuola per consentire un’osservazione diretta del luogo. Nel corso della visita sono state effettuate brevi interviste ai passanti e ai frequentatori della piazza;
  • infine, un’attività indoor dove, rientrati in aula, gli studenti, suddivisi in gruppi, hanno rielaborato il materiale raccolto e hanno realizzato un testo descrittivo che narra la struttura e la storia del luogo. Tra gli altri contenuti che il testo propone, c’è un’analisi di aspetti in apparenza ‘secondari’. Per citarne uno, c’è una targa che commemora un’alluvione avvenuta nel 1761. Il lavoro è stato svolto in relazione al tipo di proposte da sviluppare, quindi sia individualmente, che a coppie oppure a piccoli gruppi. 

 

Attraverso attività di brainstorming agli studenti sono state fatte alcune domande come, ad esempio: 

Che cos’è la piazza? 

Dove si trova? 

Quando la ‘si vive’? 

Chi la popola? 

E così via. Successivamente, gli studenti suddivisi in gruppi hanno elaborato un testo poetico “La piazza del mio paese” e hanno realizzato un elaborato grafico dello spazio urbano. Tra gli obiettivi raggiunti questo percorso ha consentito di sviluppare e approfondire diverse tipologie testuali quali il testo regolativo, quello poetico e descrittivo, la rielaborazione di testi, la lettura e la capacità di sintesi.

12:43 MARTINA_VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA’

Passiamo ora alla valutazione delle attività. Dato che le esperienze di Outdoor Education si inseriscono pienamente nel curricolo, la valutazione si articola in modalità diversa, ed in linea con gli approcci della didattica per competenze.

Si tratta quindi di:

  1. attuare un’osservazione sistematica, finalizzata cioè a comprendere sia il percorso di apprendimento degli studenti e sia a monitorare la tenuta della progettazione didattica stessa;
  2. si passa poi a considerare gli aspetti disposizionali degli studenti, come, quindi, la propensione ad essere curiosi, a dubitare, a porsi in prospettive diverse dalla propria, a sorprendersi, a fare inferenze, ad analizzare i vari tipi di pensiero (che possono essere logico, critico o divergente).

13:23 MARTINA_I MOTIVI PER CUI ADOTTARE QUESTA METODOLOGIA

Quali sono, quindi, i motivi per cui adottare questa metodologia? Lavorare in Outdoor Education significa abbandonare le logiche della prevedibilità e del controllo per aprirsi all’incerto, alle sorprese che nascono quando gli studenti sono davvero al centro dei processi di insegnamento e di apprendimento. L’Outdoor Education può essere applicato nelle scuole di ogni ordine e grado. Introdurre l’educazione all’aperto nel curriculum comporta numerosi vantaggi su diversi piani. 

  • Sul piano educativo e pedagogico, l’osservazione nella natura rende l’Outdoor Education un’opportunità per guardare il mondo con gli occhi di uno scienziato, di un antropologo oppure di uno storico e di un sociologo, favorendo così la comprensione dell’interdipendenza tra sistemi ecologici e il rispetto della natura.
  • Sul piano psicologico, invece, gli studenti imparando a misurarsi con l’inatteso e l’imprevedibile, potenziano il senso di efficacia e di consapevolezza del sé.
  • Per il piano sociale e inclusivo gli studenti, invece, imparano a fare esperienze nuove, scoprono compagni con cui non erano entrati in contatto ed intervengono con loro nella realtà socio ambientale. I vantaggi sono, così, una maggior disposizione alla cooperazione, alla comunicazione e al rispetto della diversità, sia nei mondi animale e vegetali, che nel mondo sociale.
  • Sul piano fisico gli studenti fanno, invece, esercizio, si muovono, corrono, si ossigenano. Camminare ed arrampicarsi, saltare, evitare ostacoli, sono tutte attività che allenano la forza muscolare e favoriscono le abilità grosso-motorie e fino-motorie.
  • E infine, sul piano organizzativo, l’Outdoor Education si collega a un’idea di scuola aperta, connessa ad un territorio considerato come ‘contenuto’ e ‘ambiente di apprendimento’.

Siamo certe che questa metodologia sia tra le più semplici e immediate da implementare ma che, allo stesso tempo, può portare un grande beneficio al tuo Istituto. Facci sapere come hai deciso di applicarla e noi ti aspettiamo nel prossimo episodio!

15:10 MICHELA_SIGLA DI CHIUSURA

Hai ascoltato “Idee per insegnare”, una serie podcast ideata da Generas Foundation all’interno del progetto Edunauta. Le idee educative proposte fanno parte del movimento Avanguardie Educative dell’Istituto Indire, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa del Ministero dell’Istruzione. Per saperne di più ascolta il trailer o vai sul sito innovazione.indire.it/avanguardieeducative

“Idee per insegnare” è un podcast realizzato in collaborazione con Rossella Pivanti e con le voci di Michela Calvelli e Martina Plebani.

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