Gli “ospiti” di questo articolo sono i podcast delle organizzazioni Altisensi e Alchemilla, che raccontano rispettivamente come educare al pensiero creativo e come permettere ai bambini di creare cultura. Ma tra parole e testimonianze, i due podcast raccontano molto di più…
Narrano di quanto sia importante per un bambino o una bambina crescere sicuri di sé, capaci di esprimere “tutto quello che pensano su tutte le cose possibili del mondo”, come scrive Greta, 8 anni, in un post sul canale Instagram di Altisensi. O ancora, come scrive Stefano, 7 anni, “riscoprono la capacità di far esistere cose nuove nella loro mente” e che “spesso le cose non sono giuste o sbagliate, ma dipende da come la guardi”, da Nicolò, 10 anni.
Ormai sono verità culturalmente e socialmente assodate, che per crescere bene bisogna avere un corpo sano e una mente sana, possibilmente situate in un ambiente altrettanto in salute. Ma per ottenere davvero lo sviluppo sano di un bambino, non ci stiamo forse dimenticando di altre due componenti – oltre a corpo, mente e ambiente – che hanno bisogno di essere prese in considerazione: la relazione e il ‘senso di sé’?
Quanti educatori, genitori, insegnanti sanno che, saper esprimere e conoscere se stessi, è una capacità che matura nella sua pienezza e bellezza solo quando sono curati alcuni elementi della relazione?
Come ci suggeriscono Paola e Marianna nel podcast Altisensi, affinché la “ricchezza ideativa” di ogni bambino e bambina non si spenga con l’età adulta è necessario che “l’atteggiamento dell’adulto sia di accoglienza, rispetto alle idee stravaganti del bambino, anche quelle apparentemente incoerenti e insostenibili; i loro pensieri vanno sostenuti da parole come: ‘Dai raccontami!’, ‘Mi spighi meglio?’”.
Nelle relazioni ferenti, dove il senso di sé si sente minacciato, cosa succede? Si riduce il piacere di stare insieme, ci si chiude in se stessi, si nascondono i propri pensieri e sentimenti.
Quando il bambino si esprime, a volte succede che riceva dei feedback negativi, atteggiamenti che nel modo e nel tono dicono all’altro di non andare bene così com’è. Crescendo, poi, il ragazzo esprime pochissimo se stesso, e nel mostrare poco di sé, quello che accade è che non sa più scegliere, non sa più cosa sia giusto per sé.
Allora noi adulti possiamo iniziare osservando il nostro atteggiamento quando siamo in relazione con i bambini, come suggerisce Altisensi. L’atteggiamento si forma in due modi: uno inconsapevole e uno consapevole. Nel primo caso, l’atteggiamento inconsapevole, si forma con la mera esposizione, ripetuta nel tempo, di un’esperienza, sia essa percepita come positiva o negativa. Quindi se siamo stati esposti ad un’esperienza, ripetuta nel tempo, in cui venivamo, ad esempio, criticati o sminuiti, è probabile che abbiamo inconsapevolmente formato dentro di noi lo stesso atteggiamento. Nel secondo caso, l’atteggiamento consapevole si forma quando la nostra attenzione, volutamente, valuta un tema, con lo scopo di formarci un’opinione.
La buona notizia è che possiamo imparare a osservare i nostri atteggiamenti, anche quelli inconsapevoli, portandoci la nostra attenzione. Proprio l’attenzione diventa così un regalo prezioso che possiamo offrire ai nostri figli o alunni: rivolta verso noi stessi e verso di loro, simultaneamente.
Ma quali sono gli ingredienti di questa attenzione?
È un’attenzione curiosa, che rinuncia al giudizio, senza rinunciare ad insegnare.
È un’attenzione che lascia la riva sicura dei propri paramenti mentali, per sorprendersi difronte all’imprevisto che l’altro ci mostra.
È un’attenzione così attenta da scorgere la bellezza e l’unicità del bambino su cui si posa.
È un’attenzione che sceglie di non ferire.
È un’attenzione che vede il valore infinito di ogni singolo/a bambino o bambina.
Nel podcast Alchemilla, l’orso Artoo – un orso cittadino che vive nella soffitta di un museo bellissimo – ci racconta come stando insieme ai bambini, riconoscendo la qualità del loro sguardo mentre spiegano un dipinto famoso, sente il loro valore e quel valore lo trasforma. Trasforma il suo stesso modo di vedere quel quadro. Così i bambini che entrano in contatto con Artoo fanno esperienza del loro valore, attraverso il suo sguardo, della loro capacità di esprimersi, dove si sentono sicuri e non minacciati. Ne escono con una migliore autostima, con consapevolezza di sé e aumentano le proprie capacità linguistiche, come ci racconta la stessa maestra Giusi nel podcast.
Allora accade qualcosa di meraviglioso, come un fiore che sboccia, il bambino si trova in una condizione naturale in cui poter essere spontaneo: si percepisce e si mostra in tutta la sua bellezza, in tutta la sua unicità. Il risultato è che un giorno quel bambino o quella bambina sarà “un individuo consapevole e libero di abitare il suo mondo, senza subire passivamente le costanti trasformazioni dell’ambiente, ma sfruttandole, per rinnovare” (dal podcast Altisensi).
Michela Calvelli
Ascolta i podcast:
ALTISENSi_Come educare al pensiero creativo
ALCHEMILLA_Quando i bambini possono creare cultura