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“Per tutte queste ragioni d’indole igienica, d’indole pedagogica e morale, io vorrei che il concetto della scuola all’aperto si famigliarizzasse fra noi e che ne venisse impulso vigoroso ad una trasformazione di tutte le nostre scuole primarie, rinnovando non solo i vecchi e malsani edifici, ma sibbene i metodi educativi”.
Con un salto indietro nel tempo di oltre un secolo, le parole di Caterina Cecchini sembrano quasi profezia di un movimento pedagogico che oggi prende forma nelle scuole che si affacciano sul vasto orizzonte dell'educazione all'aperto. Riecheggiano ancora le sue parole che invitano a una trasformazione radicale non solo degli edifici scolastici ma dei metodi educativi stessi. E, nonostante il contesto storico sia profondamente mutato, la visione è sorprendentemente attuale e ha trovato fertile terreno nella Rete nazionale delle scuole pubbliche che praticano l’educazione all'aperto.
Se da un lato il cambiamento sembra una sfida insormontabile per la scuola pubblica, dall'altro esistono esempi di resilienza e innovazione che ci mostrano che il rinnovamento è possibile. In Italia, distribuite come un arcipelago di innovazione, le scuole della Rete nazionale nata nel 2016, operano per infrangere i confini tra le aule e la realtà esterna, tra la conoscenza e il mondo naturale.
Infatti, il network di scuole primarie all'aperto, germinato nel 2016 dal fertile terreno delle esperienze educative bolognesi, è il frutto di un’alleanza educativa efficace. Genitori, insegnanti, educatori ambientali, ricercatori e accademici, uniti, hanno dato vita a una sinfonia pedagogica che riecheggia i principi del "Decalogo delle Scuole Fuori" e i "Diritti naturali di bimbi e bimbe" di Gianfranco Zavalloni. Si tratta di un manifesto per l'infanzia, che celebra l'ozio creativo, il gioco tattile, il piacere di sporcarsi, il valore del silenzio e la libertà di esplorare il selvaggio.
Questa ragnatela di conoscenze si estende all'aperto, dove le lezioni non si limitano alle quattro mura ma si arricchiscono dell'ambiente circostante. I bambini imparano la geometria tracciando figure nella sabbia, esplorano la storia locale attraverso percorsi di orienteering nei parchi cittadini e scoprono la biologia osservando gli insetti nel loro habitat naturale. La didattica all'aperto diventa un incontro vivace tra curricolo e realtà, dimostrando che è possibile trasmettere contenuti significativi e fare didattica robusta anche sotto il cielo.
L'impulso verso questa evoluzione pedagogica affonda le radici in un passato di saggezza educativa e si nutre delle iniziative di oggi. In questo network di scuole che puntano alla riqualificazione degli spazi esterni come aule a cielo aperto, si promuove un apprendimento che è parte integrante del territorio.
Con una visione guidata dai principi dell'outdoor education e della pedagogia attiva, queste scuole puntano al protagonismo dello studente nel proprio processo di crescita, dove gli insegnanti sono custodi del desiderio innato di scoperta e apprendimento del bambino. Qui, la natura non è un semplice sfondo, ma un compagno di giochi, un maestro silenzioso, una tela sulla quale si dipingono le lezioni più indimenticabili.
Immaginiamoci “un mondo in cui tutti i bambini crescano con una comprensione profonda della vita intorno a loro, in cui ogni scuola abbia uno spazio di gioco naturale, in cui ogni bambino e ogni adulto abbiano un umano diritto di riconnettersi alla natura”. (Richard Louv, autore di saggistica e giornalista americano, noto per il suo libro: Last Child in the Woods: Saving Our Children From Nature-Deficit Disorder).
Mentre Richard Louv ci invita a sognare un mondo dove ogni bambino possa crescere in intima connessione con la natura, noi aggiungiamo che non si tratta solo di un sogno. Questo è un obiettivo concreto, un percorso già iniziato e in costante evoluzione, che anche voi potete scoprire. Per conoscere meglio queste realtà, è possibile consultare il sito dedicato alla Rete o ascoltando i podcast di Edumappa che raccontano di pratiche educative immerse nel verde, di un apprendimento che si vive con tutti i sensi.
Ogni storia ci guiderà attraverso foreste di conoscenza e ci lascerà con l'eco delle risate dei bambini che apprendono liberi sotto il cielo.
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